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Salton Sea: paradiso o inferno?

  • Immagine del redattore: Laura Larghi
    Laura Larghi
  • 23 feb
  • Tempo di lettura: 3 min

I turisti sono scappati ma sono arrivati gli artisti e gli spiriti liberi

 

di Laura Larghi


La spiaggia di Bombay Beach sul Salton Sea
La spiaggia di Bombay Beach sul Salton Sea

Durante un viaggio nel sud della California ci siamo per caso trovati nelle vicinanze di Salton Sea e nonostante non ne avessimo mai sentito parlare abbiamo deciso di visitarlo.


Il lago, che abbiamo scoperto essere il più grande della California, largo 15 miglia (24 km) e lungo 35 (56 km), si trova nel distretto dell’ Imperial Valley, a circa un’ora di macchina dal confine con il Messico e ad una simile distanza dalla famosa meta turistica di Palm Springs.


Si dice che Salton Sea si e’ formato nel 1905, quando canali di irrigazioni provenienti dal fiume Colorado sono esondati e hanno inondato la valle. Tuttavia ricerche più approfondite riportano che nella stessa zona ci sono stati vasti bacini d’acqua in precedenza.


Dopo essersi riformato nel 1905, il lago e‘ diventato un’ importante destinazione turistica con un’ampia offerta di sport acquatici, pesca e nautica che ha attirato anche personalità famose.  Sulle sponde dell’ lago c’erano case vacanza, negozi, nightclubs dove anche Frank Sinatra si e’ esibito.


Salton Sea e’ rimasto un paradiso turistico fino agli anni sessanta poi la situazione ha incominciato a cambiare. Negli anni settanta il lago, che e’ chiuso non avendo emissari, ha incominciato a rimpicciolirsi rivelando un fondale fangoso contaminato con pesticidi agricoli. Gli elementi chimici tossici  hanno creato una polvere nociva alla salute che si e’ sparsa nell’aria.


Inoltre le alte temperatura di questa zona desertica hanno contribuito a far aumentare la concentrazione del sale nel lago che oggi e’ 50% maggiore di quella dell’oceano.


Acqua e aria contaminata hanno fatto scappare i turisti e la popolazione locale e il declino irreversibile della zona e’ incominciato.


Una delle spiagge più’ famose in passato, Bombay Beach, ora ha circa 200 residenti. Girando per le sue strade si vedono case in rovina, negozi e bar abbandonati e giardini incolti. Unico segno di vita le sculture.



Sculture sulle coste del lago Salton


Quando i turisti e la popolazione locale sono scappati hanno incominciato ad arrivare nella zona artisti, spiriti liberi e persona alla ricerca di una vita al di fuori della società. Tanti vivono in camper o in quello che e’ rimasto delle case e usano la spiaggia per esporre le loro sculture.


La vita in una di queste comunità e’ stata anche raccontata nel libro Into the Wild che narra la storia di un giovane americano, Christopher McCandless, che dopo l’università ha rifiutato la vita in società e ha deciso di vivere nella natura.  Christopher ha pero’ trovato la morte a soli 22 anni durante il suo viaggio nella selvaggia Alaska.


Oltre agli artisti il lago attira anche ornitologi che vengono ad osservare i molti uccelli che transitano nella zona. Più di 400 specie sono state registrate.


I pesci invece sono quasi completamente estinti a parte qualche tilapia.


Salvation Mountain e Slab City



Immagini di Salvation Mountain


Continuando a viaggiare sulla sponda est del lago verso il confine messicano si raggiunge un piccolo paese di nome Niland da dove ci avventuriamo nell’ interno per visitare due posti molto particolari: Salvation Mountain e Slab City.


La strada che da Niland si addentra nel deserto e’ in pessime condizioni e dopo un complicato zig zag per evitare le buche più profonde ci si trova di fronte ad uno spettacolo molto particolare: un agglomerato di rocce colorate con vernice molto vistosa e arrichite con strane costruzioni fatte con materiale riciclato: Salvation Mountain.


Le rocce colorate in contrasto con il deserto circostante creano un colpo d’occhio decisamente di effetto, pero’ direi un po’ kitsch.


Salvation Moutain e’ il tributo a Dio di un residente della zona, Leonard Knight. Dopo la sua morte il sito continua ad essere mantenuto da volontari. Si può visitare gratuitamente ma una donazione e’ ben accetta.


Continuando nel deserto dopo Salvation Mountain si arriva in un altro posto molto caratteristico: Slab City, un villaggio di abitanti abusivi nel mezzo del Sonoran Desert. Il posto e’ conosciuto come “ The Last Free Place in America” (l’ultimo posto libero in America).



Slab City
Slab City

Slab City si chiama cosi perché e’ costruita sulle lastre (slabs) lasciate dai Marines di Camp Dunlap durante la seconda guerra mondiale.


Qui abitano le persone che hanno deciso di vivere al di fuori della società. Abitano in camper e vendono pezzi d’arte fatti con materiale di riciclo ai i turisti che si spingono in queste zone. Slab City ha circa 150 abitanti.


Il posto e’ decisamente interessante e apre una finestra su un modo molto diverso, pero’ sono un po’ perplessa sulla sua attrattiva!


Noi abbiamo visitato Salton Sea a meta’ dicembre, c’erano 30 gradi, senza alberi e con un lago non utilizzabile e’ difficile immaginare come e’ la vita in estate in questa zona!

 

 

 

 

 



 
 
 

1 Comment

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Guest
Feb 23
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Interessante. Realtà non conosciute

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